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Le radici, le persone e lo spirito dei distillati

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Grappa Bocchino e Lo Spirito del Tempo

bocchino4bocchino3Grazie alla generosità e alla gentilezza di Francesco, ho partecipato con piacere, visto anche il mio (ri)avvicinamento graduale anche alla grappa, alla serata organizzata dalla storica distilleria Bocchino assieme a Passione Gourmet. La serata, dal titolo #lospiritodeltempo, comprendeva la premiazione dell’omonimo concorso culinario, con tre chef finalisti e altrettanti piatti cucinati con la grappa, una Moscato Sauternes Cask Finish.

 

bocchinoSi è svolto ieri nella splendida cornice di Palazzo Parigi a Milano l’evento conclusivo di Lo Spirito del Tempo, il concorso culinario d’eccellenza promosso da Distilleria  Bocchino e Passione Gourmet.
I tre chef finalisti si sono sfidati realizzando piatti a base della pregiata grappa Moscato Sauternes Cask Finish di  Cantina  Privata:  Luca  Abbruzzino  ha  proposto la  Trippa Funghi, Castagne e Grappa Bocchino, Piergiorgio Parini il Topinambur e Cicoria mentre Luigi Taglienti le Tagliatelle alla Lepre. Una giuria di esperti composta da Marta Micca Bocchino, Alberto Cauzzi, Andrea  Grignaffini,  Fabiano  Guatteri,  Alessandro Marzo Magno e Fernanda Roggero ha valutato le eccezionali ricette proclamando vincitore di Lo Spirito del Tempo lo Chef Piergiorgio Parini.

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Non posso esprimere giudizi sui piatti in quanto gli assaggini che venivano portati in sala erano presi piuttosto d’assalto, in ogni caso l’abbibocchino2namento tra distillati e alta cucina è qualcosa su cui avrà senso ritornare con considerazioni di più ampio respiro, quindi onore all’iniziativa. Altra cosa interessante l’utilizzo della grappa per i cocktail: il barman del Palazzo Parigi ha proposto due rivisitazioni di Manhattan e Spritz con l’utilizzo della medesima grappa di Moscato: mi è sembrato più riuscito il secondo rispetto al primo, che aveva una nota alcolica troppo spinta, in ogni caso perché non fare un po’ di ricerca anche in questo campo?

Ovviamente per chi ha già un po’ di sale e pepe nei capelli a tutti il marchio Bocchino riporta alle pubblicità di Mike Bongiorno. I tempi sono cambiati e anche gli spot edonistici anni ’80, quasi tutti davanti al camino, sono bocchino5passati. La grappa si è evoluta e direi anche la qualità media si è notevolmente innalzata, venendo quasi a scomparire le “graspe” molto poco eleganti di quegli anni. La Bocchino, per quanto molto diffusa, accanto ai prodotti base fa riserve millesimate da moltissimo tempo, credendo quindi già in tempi non sospetti nel segmento di mercato più di nicchia.  Devo dire che una cosa mi è saltata all’occhio subito: il trend dei “finish”, almeno come concetto di “marketing”, prende corpo anche anche in questo mondo, dove la distinzione si limitava spesso a “grappe bianche” e “grappe affinate”. Probabilmente la parola “finish”, che nel whisky è sinonimo di doppie maturazioni, in questo caso va a sostituire la parola “affinamento”, ma ne ampia il significato andando ad aggiungere tipologie di botti prima mai utilizzate.  La grandi disponibilità di botti a prezzi concorrenziali ovviamente ha allargato gli orizzonti ed esiste oramai una contaminazione in molti distillati che ha il merito di aver avvicinato molte persone che altrimenti se ne starebbero alla larga. Posso dire che l’abbandono di una certa intransigenza mi ha portato dei benefici anche per capire il mondo che amo di più.

Concludendo

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