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Mercato

Bruichladdich: la versione di Marc (Reynier)

Mark Reynier (dal profilo twitter)

Abbiamo sempre dedicato, soprattutto nell’ultimo periodo, ampio spazio a Bruichladdich, questo vuol dire che anche il loro modo di fare marketing funziona. Comunque come sapete la notizia di queste settimane è il passaggio della distilleria a Remy e Mark Reynier dice la sua volendo fare chiarezza su tutte le voci che sono girate. Nel frattempo già un po’ di cose sono cambiate,  il titolo comunque è salito (da 90 a 95 euro dalla data di acquisizione) e appunto Mark ha deciso di prendere altre vie. Torniamo comunque alle sue dichiarazioni, sintetizzando, più o meno.

I dati oggettivi sono:

  • il pagamento di 58 milioni di sterline è il prezzo più alto mai pagato per una distilleria di whisky
  • la distilleria è stata pagata nel dicembre 2002 6.5 milioni di sterline

Mark poi parla della storia, di come è nata la “cordata” nel 2001, con un fattore chiave che era il tempo. Gli investitori coinvolti, che chiama “sofisticati” in quanto 100.000 sterline non erano tutti i loro risparmi e che quindi potevano eventualmente incrementare la quota. Molti di questi invesitori Mark li conosceva da quando si occupava di vini. Un gruppo molto più ampio (60 persone) di quello che si mette in piedi in avventure di questo tipo, da gestire quindi come sorta di piccola azienda quotata, con una grossa disciplina che all’inizio ha creato qualche problema ma che è diventata poi una forza. Isoliamo alcune sue frasi.

Arrivavano circa tre offerta all’anno di acquisto, alcune ridicole e opportunistiche dall’estero, facilmente scartate. Ogni tanto ne arrivava qualcuna seria che valutavamo ma abbiamo sempre scartato.

Nel 2008 si individuò il 2014 come punto cruciale, con i magazzini a regime e vendite al massimo, la costruzione del brand fatta e ben sviluppata. Avevamo tre opzioni: far galleggiare l’azienda, vendere o consolidare (liberamente tradotto da “stick”, ndr).

Con le scorte finalmente a regime la distilleria mette il turbo alla crescita, già previsto dal nostro business plan anche se con un paio d’anni di ritardo. Nei primi sei mesi del 2012 le vendite sono cresciute del 60% rispetto al 2011 eanche i profitti sono previsti in crescita impressionante”

E qui arriva la “giustificazione” per la vendita (che per quel che mi riguarda con le cifre che sono girate non sarebbe necessaria…)

Ogni azienda che cresce vorticosamente arriva poi il momento di dover attirare altri capitali per finanziare la crescita, e come detto per noi quella data era il 2014. A inizio 2012 si fa viva Remy e ne abbiamo discusso nel board di Marzo[..] e ad Aprile avendo valutato la situazione il board ha votato 7 a 1 la vendita a RC.

Tutte cose con un senso e soprattutto, e l’ho già detto, non vedo il passaggio a RC per forza “negativo”. Siamo consumatori, quindi a meno che RC non faccia cose illegali, valuteremo prezzi e qualità. Ci sono troppe cose che non vanno nel capitalismo per scagliarsi contro chi immette capitali nel nostro bicchiere, visto che ci siamo già mangiati un sacco di titoli tossici.

3 pensieri riguardo “Bruichladdich: la versione di Marc (Reynier)

  • La Bottega dei Desideri

    .-)Grazie per la traduzione!! Avevo già letto tutto l’articolo sul sito di competenza, ma ovviamente era di più difficile comprensione ai più.
    Attendo ansiosa i prodotti della nuova era, certa che un’impresa titanica come questa, e di questi tempi poi, non sarà certamente buttata alle ortiche. Un plauso al sign. Reynier che sfido chiunque a biasimare per la vendita, viste le cifre…. in attesa di sapere dove andrà per vedere cosa farà !!

    Ola Fanciullo!!

  • Su alcune parti la traduzione è ostica, spero di non aver preso troppe stecche. Ovviamente la sua visione e’ in parte “romantica”, per supportare anche il suo voto contrario, ma lucida e sono stati bravi manager a moltiplicare il valore dell’azienda in questo modo remunerando gli investitori. Chi berra’ vedra’.

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