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Nikka Perfect Serve – Consigli (non richiesti) per fare bene

Le iscrizioni per il Nikka Perfect Serve si sono appena concluse. In quanto facente parte della giuria l’anno passato (assieme a Mirko Turconi e Marco Turchetti) dispenserò consigli non sollecitati ai partecipanti. La prima cosa da tenersi in mente è che non è una competizione come le altre a cui avete partecipato. Il servizio è al centro e spesso è tutto nelle vostre mani.

Ecco quattro semplici consigli:

  1. Partire dai fondamentali (Easy Peasy): ricordatevi che è una competizione Nikka. Nikka è Giappone. I giapponesi bevono molto whisky “miscelato”. Se qualcuno vi chiede qualcosa di semplice e dissetante, non strafate (vedi 2); fate un bel Mizuwari o un Highball,  sono semplici, li sapete certamente fare e soprattutto svolgono la loro funzione (l’anno passato nessuno li ha fatti).
  2. Fate le cose semplici (Less is more):  il tempo è poco, la giuria cercherà di mettervi in difficoltà, sarete sotto pressione e più complicate le vostre preparazioni più facilmente sarete soggetti ad errori. Limitate virtuosismi e cose complesse. Evitate barocchismi. Fate le cose che vi vengono bene, sapendo che la tensione a volte gioca brutti scherzi.
  3. Non prepararsi “lo show” (To expect the unexpected shows a thoroughly modern intellect): forti di altre esperienza nei molti concorsi a cui avete partecipato penserete che impressionare la giuria (vedi punto 2) sia la cosa più importante. Non servirà a nulla. Vi troverete davanti a situazioni non pianificate e inaspettate. L’anno passato professionisti preparatissimi si sono trovati spiazzati; la vostra formazione  deontologia vi vieta di servire shot ma vi trovate davanti un addio al celibato con tre persone allegrotte che vogliono divertirsi. Oppure siete in un bar sulla spiaggia e arrivano 3 sconosciuti incravattati che vogliono champagne e poi iniziano a litigare tra di loro. O vi trovate davanti un avventore che non vuole essere disturbato e non vi vuole nemmeno guardare in faccia.
  4. Fate quello che fate tutti i giorni (Business as usual): potrebbe essere il punto 1, includere i precedenti tre o, per certi aspetti, anche confutarli. Dovrete essere capaci di capire chi avete davanti. Cosa gli potrebbe piacere, cosa lo disturba. Non potete prevedere praticamente nulla. Siate sciolti, toglietevi le sovrastrutture e soprattuto ricordatevi che già siete giudicati tutti i giorni durante il vostro lavoro, quindi, per quanto non sapete cosa vi aspetta, in realtà lo sapete benissimo. L’unica differenza è che forse il tutto è solo un po’ più caricaturale.

Ricordo che l’edizione 2017 è stata vinta da Matteo Rebuffo che riuscì a gestire brillantemente una clientela indisciplinata. Se vincerete la tappa italiana rappresenterete il Bel Paese nella finale mondiale  ad Atene il 26 Novembre.

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