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Le radici, le persone e lo spirito dei distillati

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Samaroli Day: resoconto (da dietro il banco)

Silvano Samaroli (Foto Cristian)

Con molta presunzione, Sabato 6 Aprile penso (spero) rimarrà un giorno impresso negli appassionati di whisky presenti per molto tempo. Quasi un centinaio di persone si è recata in una amena località della Brianza per incontrare  il team Samaroli con Silvano, Antonio, Saverio , Federica ma, non ce ne vorranno, avendo a disposizione l’intera gamma di whisky, comprese alcune chicche, più due rum Jamaica.

Cosa c’e’ stato di eccezionale? Diciamo, secondo me:

  • Affluenza: quasi cento persone per il banco d’assaggio, oltre sessanta per la cena, con le prenotazioni che hanno raggiunto 85% dei posti disponibili in meno di 48 ore
  • Prodotti: l’intera gamma attuale della Samaroli e quattro chicche come il Glen Grant 1970, Tomintoul 1967, il Tamnavulin 1968 (quello del quarantennale della Samaroli) e il No Age. E un ultimo arrivato imbottigliato da pochi giorni, un Laphroaig 1998-2013
  • Prezzo: 15 euro “all you can drink”, praticamente il costo di un singolo dram. I presenti avranno poi anche un’altra possibilità eccezionale, devono solo aprire la casella di posta tra qualche giorno…
  • Samaroli: la presenza del team Samaroli al completo con Silvano in grande forma, che non voleva andarsene a fine serata, disponibili e aperti al dialogo e soprattutto generosi in tutti i sensi.
Le 4 Super Star (Foto Cristian)

Non dimentico il posto, l’Agriturismo la Costa veramente suggestivo e in un luogo molto bello, isolato, ma non lontano dalle arterie stradali principali.Sulla cena ero molto distratto e rilassato quindi non so dare una valutazione sugli abbinamenti, ho qualche suggestione all’olfatto del Jura con una lieve nota “formaggiosa” col risotto che me lo richiamava e dell’agnello col Mortlach. In ogni caso posso dire che l’agnello l’ho trovato spettacolare.

Comunque gran parte del merito dell’organizzazione va sicuramente data a Claudio e Marina che si sono anche occupati dell’accoglienza degli ospiti, della scelta del posto e della preparazione, oltre a poi intrattenere con Silvano, Federica e Antonio i presenti. Claudio vi da la sua visione da un altro angolo.

Io assieme a Saverio sono stato dietro il banco a servire gli ospiti, è stato molto bello vedere il cambiamento dei muscoli facciali: all’inizio tutti un po’ tesi dalla dura settimana di lavoro e poi pian piano la mascella si rilassava e comparivano tanti sorrisi e curiosità. Il mix di persone già “scafate” e di persone attirate dall’evento ha poi reso poco noioso il tutto, evitando quella patina “elitaria” che a volte si respira in alcuni ambienti, e che in Italia è un vincolo all’espansione della cultura. Per fortuna siamo in tanti a strofinare col Sidol.

Saverio al banco d'assaggio (Foto Claudio)
Saverio al banco d’assaggio (Foto Claudio)

Le bottiglie erano disposte sui tavoli secondo lo schema Speyside (dal più vecchio al più giovane), Highlands/Campbeltowb/Islands, Islay, Rum Jamaica. Facendo un instant poll per niente scientifico, e guardando anche la durata delle bottiglie, hanno avuto grande successo i due Glenburgie, il Clynelish, il Glen Moray, il Cragganmore, il nuovissimo Laphroaig e l’Islay Vatted (gli irriducibili della torba ci sono sempre). Io dei prodotti Samaroli e della filosofia ho già parlato, io amo chiamarli Single Single Malt (anche se sono Vatted in alcuni casi) in quanto alle caratteristiche di una singola distilleria, già di per sè una nicchia, si affianche una caratteristica unica “interpretata” da Silvano e ora anche da Antonio e Saverio che ne stanno sapientemente seguendo le orme. Ovviamente ci spostiamo in un ristretto campo che può anche portare qualcuno a non gradire alcuni prodotti, ma questa è l’artigianalità bellezza: l‘industria omologa e allarga le platee, gli artigiani e gli artisti le restringono ma le innalzano.

Il messaggio, la potremmo chiamare la poetica, dell’evento penso sia: Samaroli produce eccellenze, in pochi esemplari, ma accessibili a tutti. La cosa è estendibile anche ad altri grandi selezionatori italiani che hanno fatto storia e spero la faranno ancora di cui certo ci occuperemo ancora.

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