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Salvatore “Masetsaka” Mannino: dalla Sicilia, passando per Parigi e il Giappone e arrivando al Bar Metrò

sollevante5Non penso sarà facile parlare della degustazione di Sabato con Salvatore Mannino, difficile trasmettere quello che è successo senza essere retorici, autocelebrativi o quasi agiografici, ma potete tranquillamente fare un sondaggio tra i vostri conoscenti che erano presenti o sbirciare il forum, facebook e le belle foto di Fabrizio, a cui ne ho rubate alcune da mettere qui. Io non ero a digiuno di whisky giapponese, pur avendo bevuto poche cose, ma diciamo che le frequentazioni più grosse col Giappone le ho avute guardando Goldrake e i cartoni dei robot da piccolo. Anche gli altri presenti penso che forse potessero vantare qualche ristorante giapponese, vero e finto che sia, come credenziale. Beh Salvatore in tre ore ci ha fatto un corso accelerato, aiutato dai 5 splendidi malti in programma, più due soprese: un Nikka from the Barrel che ci ha fatto da introduzione e un dono sollevante1portato dal grande Pino Perrone, il Chichibu sollevante3Chibidaru Single Cask#286 a 61.9%  per la MDW. Beh sì, chi se ne intende e ha capito la portata della cosa si è fatto 3/4 ore di treno per arrivare da Roma (Pino e Andrea), da Firenze (Niccolò e compagna) e da Viadana (Marco) per l’evento, a questi va un particolare ringraziamento. Vedere poi Bebbe e Alviero del Mulligan’s, non due persone a secco di malti giapponesi, e tantomeno di malti in genere, felici e soddisfatti è stato un ulteriore termometro della giornata. Durante la giornata ci sono stati poi due intrusi, il Clynelish Tartan Collection di Claudio e il Tamdhu 10, fresco fresco di ritorno sul mercato, che Fabio Ermoli ci ha donato durante il “rompete le righe”. Non siamo andati a casa con la sete insomma.

Come dicevo Salvatore ci ha guidato per oltre tre ore tra la storia del whisky giapponese con una leggerezza e una chiarezza impareggiabili trasmettendo soprattutto entusiasmo. Insomma la cosa principale è stata che ci siamo proprio divertiti e abbiamo imparato tanto.

sollevante4Io personalmente ringrazio per la generosità Salvatore, che, non dimentichiamo ci ha permesso di attingere a bottiglie rare e costose a un prezzo politico anche grazie alla sua generosità, ma non posso dimenticare Betty e Max di Whisky Antique che, tra le altre cose, hanno stampato il materiale e messo a disposizione una bella vela celebrativa dell’evento; Pino per la generosità e la presenza di valore; Claudio per l’idea e per la faticaccia nel portare, raccogliere e lavare i bicchieri. E la giornata non sarebbe stata la stessa se non si fosse fatta al Bar Metrò, che omaggiava il whisky nipponico con una intera vetrina dedicata a pezzi rari e storici. Giorgio, padrone di casa, che ho trovato stanco alle 13 quando sono arrivato, dato che aveva già alle spalle una giornata di lavoro intera, avendo aperto alle 5 il bar, ma è stato bello vederlo riprendere energia durante la giornata, sfociata per alcuni di noi in una cena piacevolissima e divertente con tanti racconti e aneddoti. Siamo una squadra fortissimi (cit).

sollevante2Ah direte, mi sono scordato di parlare del whisky “presente” che doveva essere il protagonista?  A me pare ne abbiamo parlato finora, comunque eccovi accontentati. Nessuno dei malti è risultato banale, tutti con un forte carattere e personalità, persino il Nikka aveva i suoi “spigoli”, cosa che si riscontra di rado in quanto i blended sono più ruffiani. Note speziate e fruttate ben caratterizzate e capiamo anche perché questo prodotto sia amato dai barman per la miscelazione. Detto questo la mia personale preferenza va allo Yoichi, complesso, oleoso e masticabile, armonico e con un finale lunghissimo. Il Karuizawa veramente particolare e complesso, direi un malto unico nel suo genere, purtroppo oramai agli sgoccioli e secondo in graduatoria. I due Chichibu soprendenti per la “maturità” a soli tre anni, il peated con l’affumicatura ben amalgamata e non invadente, il single cask con l’alcool celato e per niente spigoloso, dopo una iniziale nota di acetone appena versato. Hanyu che cambiava continuamente nel bicchiere ed esplodeva con qualche goccia d’acqua, molto difficile da valutare, ma per complessità veramente al top. Lo Yamazaki veramente particolare, con un “amaro” finale lunghissimo e particolare, quasi da Imperial Stout, che personalmente non avevo mai sentito prima in un malto. E una iniziale nota di aceto tradizionale di Modena scomparsa dopo l’ossigenazione. Lasciamo a Whiskyfacile le note di degustazione, noi ci portiamo il resto nel cuore. Sicuramente nessuno potrà dire che abbiamo bevuto surrogati o succedanei dei whisky scozzesi…

EDIT: mi ero scordato di menzionare Franco Di Lillo e i suoi stuzzichini salati…arrivati al momento giusto e molto graditi

Sarà molto dura fare meglio, ma state sicuri ci proveremo.

 

9 pensieri riguardo “Salvatore “Masetsaka” Mannino: dalla Sicilia, passando per Parigi e il Giappone e arrivando al Bar Metrò

  • Giorgio d?ambrosio

    Dopo aver letto il tuo articolo, non ho nulla, purtroppo, da aggiungere.
    Hai descritto tutto in un modo perfettamente veritiero.
    Di Salvatore, che conosco da tempo, sono rimasto affascinato personalmente posso dirle solo GRAZIE.
    Un grazie lo devo a tutti e lo dico sinceramente con il cuore. Non ripeterò i nomi di tutti,ma un grazie particolare va a Claudio (ci ha rimesso, momentaneamente, anche i bicchieri)ed a te Davide, per quello che hai fatto, ma più ancora, per come lo hai fatto.Grazie amico,alla prossima!

  • Grazie Giorgio. E senza contare la bellissima cena dove ho ritrovato anche personaggi delle mie origini. Certo se ti basi su di loro a me è meglio che non apri neanche la porta…

  • pino perrone

    Ah la cena poi non la dimenticherò per tutta la vita. Quel tipo di cui non ricordo il nome era un personaggio d’altri tempi. Sembrava uscito da un romanzo.

  • pino perrone

    Cmq il vero vincitore non è stato un giapponese ma un valtellinese di 93 mesi!

  • @pino direi di si! Eccezzzzzionale. Il mio sono riuscito a salvarlo per miracolo!

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