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Le radici, le persone e lo spirito dei distillati

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Un’ottima annata

Max l’aveva promesso e ha mantenuto. E’ andato anche oltre quello che ci si poteva aspettare.
Metti una quindicina di matti per il single malt, un locale molto bello, La Cantinetta, il team Whisky Antique capitanato da Max e loro, i 5+1 protagonisti della serata, i malti Silver Seal 2011.

Bando alle chiacchere e largo ai protagonisti, ecco gli imbottigliamenti preannunciati, in ordine di degustazione:
Rosebank 20
Imperial 19
Bunnahabhain 38
Highland Park 22
Glen Scotia 19

a cui si è aggiunto, gentile sopresa, il
Bowmore 21

Diciamo che non è stata una degustazione tecnica e aggiungo per fortuna. Venerdì sera, una dura settimana lavorativa, per molti tanti chilometri macinati, un bel locale con la giusta atmosfera, una bella compagnia di pazzi scatenati e la simpatia di Max. Capite che non era il caso. Per di più passavano in continuazione vassoi di salumi e formaggi strepitosi, tra cui una mortadella che non poteva che chiamarsi Favola.

Tecnica a parte ma volendo entrare un po’ di più nel merito degli imbottigliamenti e tralasciando gusti personali ma cercando di oggettivizzare il più possibile il giudizio, ho trovato l’Highland Park il migliore della serata, per un eccezionale equilibrio ed armonia.

Ecco due note due di degustazione (quelle che sono riuscito a decifrare dalla mia stessa scrittura) secondo la mia classifica (le prime due posizioni nette ma le successive diciamo sofferte).

1) Highland Park: Al naso si sente lo iodio e il mare. Che ritrovi immediatamente al naso, dove il sapido è equilibrato da una lieve dolcezza e una delicatezza favolosi. Equilibratissimo ed armonico. Colore giallo dorato, iodio e mare al naso, un po’ di pera. Aggiungendo acqua esce maggiormente l’aspetto marino, le alghe. In bocca un equilibrio favoloso di sapido e dolce, vaniglia e legno. Finale fruttato ed agrumato. Orcadi, usata come esclamazione.

2) Bowmore 21: era l’intruso della serata, sia perché non era annunciato sia perché l’unico non a gradazione piena, imbottigliato al 46%. Marino e sapido come ci si aspetta da questa distilleria, torbatura media con in più una freschezza meravigliosa tipica dei torbati giovani. Color giallo paglierino, profumi tipici della distilleria marino, iodio, alghe e un tocco di fumo di posacenere. Al palato sapido e fresco, quasi balsamico. Finale ancora fresco. Un vecchio giovane.

3) Rosebank: qui e’ un giudizio controverso, soprattutto per un finale abbastanza violento, pepatissimo, una esplosione di spezie in gola che a me è davvero piaciuta. Colore giallo paglierino, profumi di frutta gialla e fiori e malto biscotto. Al palato secco e delicato, sentori di malto e vaniglia e come detto un finale inaspettato molto pungente (soprattutto perché si dice che i malti delle lowlands siano “femminili”. Aggiungendo acqua escono maggiori note erbacee al naso. Altro che sesso debole.

4) Glen Scotia: un malto particolare, ho dovuto berne ancora per catalogarlo. Colore ambrato carico, al naso crema pasticcera, polish, cacao, burro di cacao. Al palato legno, spezie, tabacco. Finale lungo e speziato. Quando ho visto Max che lo sorseggava fumando la pipa ho capito perchè a lui piace tanto. Un malto da dopocena. Lei non sa chi sono io.

5) Imperial: finisce qui forse penalizzato da non una perfetta armonia, ma non demerita affatto, un olfatto meraviglioso di fiori (erica, violette) soprattutto dopo aver aggiunto qualche goccia d’acqua. Vaniglia al palato, una punta amarognola di frutta secca, equilibrato. Finale lungo. Grazie dei fior.

6) Bunnahabhain 38: unico forse non all’altezza dei precedenti 5, tutti nella fascia ottimo eccellente. Ecco, questo é solo buono, tocca fargliene una colpa. Molto interessante al naso dove la frutta rossa e la creme brulee la fanno da padrone. Delude un po’ al palato per un finale corto e la poca complessià , ma soprende positivamente per la poca preponderanza data dal legno, che solitamente prevale in questi anziani signori.

So che c’e’ chi non è d’accordo, beviamoci sopra.

Grazie a tutti gli intervenuti, a Whisky Antique, alla Cantinetta (e a MWF per averci prestato 100 bicchieri). Menzione speciale ai friulani che si sono fatti tutti quei chilometri e in particolare all’autista che ha dovuto stare col freno a mano tirato a tavola per non sforare gli 0.5 mg/l.

Tenete d’occhio i ragazzi della Cantinetta, locale bellissimo, ben frequentato. Loro bravi e competenti e per di più con i distillati di Whisky Antique. Faranno presto serate e degustazioni, vi terreremo aggiornati.

Considerazione finale amara, già  condivisa coi commensali. Un evento così in nord Europa avrebbe attirato molti più appassionati, disposti ad accoltellarsi. Qui si fa una fatica enorme, magari noi che proviamo a fare informazione abbiamo delle pecche, ma del lavoro da fare ce n’e’. A partire da chi fa business col whisky, ma anche noi appassionati: forse è ora che ci diamo una svegliata e facciamo meno onanismo davanti alla nostra vetrinetta ricolma di bottiglie (per lo più chiuse) e usciamo a godercela. Noi ce la siamo goduta comunque, anzi, c’e’ scappato il bis e tris…

Ci vediamo al MWF con Max e tutti gli altri, magari prima se si riesce ad organizzare qualcosa d’altro.
Colonna sonora: We are spirits, in a material world.

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