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Puni Opus I: altro passo verso la meta

opuspuniwhiskyIn colpevole ritardo rispetto a miei esimi colleghi 1, 2, 3, 4, e 5, ma con il vantaggio dell’entrata in scena alla Wanda Osiris, vengo ora a fare il punto su Puni che ha lanciato un nuovo imbottigliamento, Opus I, che la famiglia Ebensperger ha avuto la gentilezza di condividere in anteprima e a cui ho fornito i miei commenti molto più tempestivamente.

Trattasi di assemblaggio di spirito in Botti ex-Marsala Vergine, invecchiato per 25 mesi, e di altro in botti ex-Islay (facendo finta di tirare a indovinare dico Ardbeg) per 12 mesi. Il periodo è breve ma si tratta di botti “first fill” e di dimensioni limitate e quindi molto attive. Gli ultimi 5 mesi poi di marriage in vasche di acciaio per assemblare e armonizzare sapori ed aromi. Alla fine sono uscite 350 bottiglie alla gradazione di 53.7%.

Io non sono una amante dei passaggi in Marsala, anche il Puni Alba (ex Red) non mi ha mai fatto innamorare, per note “sciroppose” e burrose che non amo. In tempo non sospetti Bill Lumsden parlava della difficile gestione del Marsala, ai tempi del Galileo, per quanto poi il precursore di queste maturazioni, Fabio Rossi di Wilson&Morgan, l’abbia saputo dosare sapientemente in alcuni imbottigliamenti sicuramente riusciti.
La premessa mi serviva per dire che l’equilibrio che la Puni ha trovato costruendo questo Opus I è veramente interessante, andando a smussare il lato “vinoso” del Marsala e lasciandone le cose positive, tra cui è molto
interessante osservare la viscosità del prodotto sul bicchiere: gli archi scendono molto lentamente, si appiccicano quasi al bicchiere e poi avvolgono bene la bocca e la lingua.
Penso non si tratti di un whisky ruffiano, dato che è molto secco, quasi  “sharp”, e con l’aggiunta di acqua diventa molto speziato. Diciamo che l’apporto Ex-Islay mi ricorda quel campione che avevo provato tempo addietro, ma il
contatto con il Marsala, anziché attenuarlo, pare averlo risvegliato  ancora di più, con questo fumo molto asciutto e leggermente acre.
Queste alcune note di degustazione che ho preso.

  • Vista: Color dorato carico
  • Olfatto: nota di pera,  fumo di cenere, iodio. Con acqua si accentua la nota acre di fumo e  legno, oltre ad estrare la nota marina e di limone. Diventa più pungente e speziato
  • Gusto: dolce,  corposo e oleoso. Frutta bianca, pastafrolla, butterscotch, vinoso. Leggera salinità. Asciutto e secco. Con acqua diventa più morbido, con note amare ed agrumate e la nota burrosa di Marsala si accentua.
  • Finale: fresco e molto secco. Con acqua diventa più lungo e speziato.

In sostanza un distillato che mostra la sua giovinezza ma che, avendo avuto la possibilità di provarlo in tempi diversi, comincia a formarsi e a diventare grande. Rimangono nette le impronte del distillato con la frutta bianca sempre ben evidente, quasi a omaggiare il territorio circostante. Rimango convinto che sia un malto più da botti ex-bourbon ma che potrebbe dare ottime soprese sia in questo tipo di assemblaggio ma anche in refill sherry. Il 2015 ci darà i primi responsi come whisky, nel frattempo continuamo a seguire questo bel progetto.

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